La pizzica è l’espressione tradizionale della danza salentina: deriva dalla cultura del tarantismo, cioè dalla credenza popolare che chi veniva morso dalla tarantola poteva guarire dai forti dolori e dagli spasmi che il suo morso provoca, solo ballando incessantemente per ore al ritmo incalzante dei tamburelli. Oltre a questa forma originaria, chiamata “pizzica pizzica”, troviamo la “pizzica scherma”. Nella prima la danza rappresenta il corteggiamento: la ragazza agita un fazzoletto rosso con cui invita a ballare un compagno e poi l’altro e poi l’altro, finché dona il fazzoletto a quello che ha rapito il suo cuore. La pizzica-scherma deriva dai duelli all’arma bianca dell’antica tradizione delle faide, e fu probabilmente resa popolare dagli zingari che gestivano il mercato del bestiame ed improvvisavano al ritmo della pizzica questa danza-scherma combattuta allora con armi affilatissime. Oggi le lame sono sostituite dal dito indice e medio protesi come coltelli. Con l’accompagnamento della musica vengono simulati attacchi e affondi come in un vero duello. Ogni anno la pizzica-scherma viene danzata durante la celebrazione di San Rocco a Torrepaduli (Ruffano, Lecce) la notte tra il 15 e il 16 agosto. La suggestione è grande, attorno ai “duellanti” gli spettatori danzano, cantano e battono il ritmo con le mani.
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